La depressione: cos’è, quali le cause e come curarla

La depressione: cos’è, quali le cause e come curarla

Cos’è la Depressione

Si tratta di una patologia dell’umore che affligge singolarmente più del 10-15% della popolazione. In generale, è classificata come depressione maggiore (unipolare) o come depressione bipolare (malattia maniaco-depressiva).
Tale disturbo può colpire chiunque a qualunque età, ma il sesso femminile è colpito con una frequenza due volte maggiore rispetto a quello maschile (Kessler et al 1994). Non è da confondere la depressione vera e propria con i cali d’umore passeggeri che accompagnano qualche volta le nostre giornate in cui ci sentiamo tristi o un po’ giù di corda.
Gli episodi di depressione clinica si presentano per un periodo di almeno due settimane. Sono giornate caratterizzate da rallentamento mentale e scarsa concentrazione, stanchezza, insonnia o aumento del sonno, periodi di alterata assunzione del cibo, sensazione di colpevolezza, pianto frequente o eccessivo, diminuzione della libido e idee suicide; si parla di “dolore del vivere” per descrivere la forte sensazione di avvertire la vita come dolorosa e senza senso. Si cerca l’isolamento che, in alcuni casi, sembra inevitabile.
È chiaro che questi sintomi non devono essere presenti tutti contemporaneamente per parlare di depressione.
Sintomi depressivi si possono presentare anche come conseguenza di altri disturbi di natura psicologica, come l’ansia, o medici, come l’ipotiroidismo, diabete, Parkinson e condizioni infiammatorie. In questi casi, la depressione può complicare il quadro clinico già presente poiché la persona ha difficoltà a collaborare nel proseguire le terapie in atto per un senso di sfiducia.

Le cause della depressione

La depressione non ha solo una causa, ma è la combinazione di fattori che interagiscono tra loro e che varia da persona a persona. Si possono individuare fattori biologici (per cui alcuni hanno una maggiore predisposizione genetica verso questa malattia) e psicologici (alcune esperienze, particolarmente quelle infantili, possono portare ad una maggiore vulnerabilità acquisita alla malattia).
L’evidenza che la depressione spesso si presenta nei membri della stessa famiglia, suggerisce l’implicazione di alcuni geni, come quello per il trasportatore della serotonina. La serotonina è un neurotrasmettitore del Sistema Nervoso Centrale che influenza numerose funzioni cerebrali, tra cui il sonno, l’apprendimento, la percezione sensoriale, l’attività motoria, la regolazione della temperatura, la percezione del dolore, l’appetito, il comportamento sessuale e la secrezione ormonale.
La depressione può essere causata da un singolo evento o da una serie di eventi stressanti che turbano la nostra vita e che possono indurre un senso di sconforto (povertà, malattie gravi come il cancro, abuso di alcool o droghe, problemi finanziari, disoccupazione, assenza di una buona rete di supporto sociale, difficoltà familiari). La presenza, poi, di esperienze traumatiche infantili può generare una sofferenza emotiva che porterà a un umore depresso, con disperazione e senso d’impotenza.
Infine, un concetto centrale nella depressione è quello della “perdita”: perdita di una persona amata o di altri lutti significativi, oppure per la perdita di un lavoro o di una promozione. La perdita può essere già avvenuta o può esserci anche solo la convinzione che si verificherà.
Va, però, tenuto sempre presente che essere vulnerabili a un disturbo non vuol dire necessariamente svilupparlo. Una persona vulnerabile può non ammalarsi mai di depressione, se non capita qualcosa in grado di scatenare il disturbo e se ha buone relazioni sociali.
Quanto abbiamo appena descritto, è valido per individuare la causa che ha scatenato un primo episodio depressivo; quando gli episodi aumentano, tutto il quadro diventa più complicato.

Come si cura la Depressione?

La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) ha mostrato scientificamente una buona efficacia sia sui sintomi acuti sia sulla ricorrenza. Durante questo percorso, la persona viene aiutata a prendere consapevolezza dei circoli viziosi che mantengono e aggravano la malattia e a liberarsene gradualmente, prestando particolare attenzione alla cura della vulnerabilità alla ricaduta.
Altre volte è necessario associare la TCC a farmaci antidepressivi o regolatori dell’umore, soprattutto nelle forme moderate-gravi.

Farmaci antidepressivi

Diversi antidepressivi hanno una storia di efficacia nel trattamento della depressione maggiore. Attualmente, i farmaci più utilizzati, spesso denominati antidepressivi di seconda generazione, sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, e gli inibitori della ricaptazione della serotonina e noradrenalina, che hanno una maggiore efficacia e sicurezza rispetto alla maggior parte dei vecchi farmaci (cioè antidepressivi di prima generazione). Sono stati sviluppati come antidepressivi inibitori relativamente selettivi della ricaptazione della noradrenalina (maprotilina, reboxetina).
Nei sistemi monoaminergici la ricaptazione del neurotrasmettitore è il meccanismo principale attraverso il quale la neurotrasmissione interrotta; pertanto, una sua inibizione può aumentare la neurotrasmissione, rallentando l’eliminazione del trasmettitore e prolungandone il tempo di permanenza nella sinapsi.
In modo analogo, anche i farmaci di prima generazione (inibitori monoamino-ossidasi e antidepressivi triciclici) potenziano la neurotrasmissione monoaminergica. Sebbene efficaci, questi agenti di prima generazione danno luogo ad effetti collaterali e presentano interazione con farmaci ed alimenti che ne limitano il loro uso.
In seguito all’inizio di un trattamento con farmaci antidepressivi, vi è generalmente una “latenza terapeutica” che dura 3-4 settimane.

Il gruppo degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) è costituito da 6 molecole principali: fluoxetina (Prozac, Fluoxerene, Fluoxetina), fluvoxamina (Maveral, Fevarin, Dumirox), paroxetina (Sereupin, Seroxat, Eutimil, Daparox), sertralina (Zoloft, Tatig), citalopram (Elopram, Seropram) ed escitalopram (Entact, Cipralex). Recentemente è entrato in commercio anche un farmaco particolare, la dapoxetina (Priligy) che trova impiego specifico nel trattamento farmacologico dell’eiaculazione precoce.
 Superato il periodo di latenza terapeutica, aumenta la disponibilità della serotonina negli spazi deputati alla trasmissione nervosa (sinapsi).
Gli antidepressivi serotoninergici (es. prozac, elopram, seroxat, sereupin, eutimil, entact, ecc.) presentano un indice terapeutico (rapporto tra dose letale e dose efficace) assai superiore agli antidepressivi triciclici (ADT) e una notevole riduzione, rispetto agli stessi, degli effetti collaterali anticolinergici. 
Di conseguenza, offrono una maggiore maneggevolezza e hanno un’indicazione all’impiego anche per quelle categorie di pazienti, quali gli anziani e i cardiopatici, per i quali gli ADT sono sconsigliati oppure del tutto controindicati. Non sono comunque esenti da effetti collaterali, come ad esempio perdita dell’appetito, nausea, insonnia. Gli effetti collaterali sulla sfera sessuale sono uno dei principali fattori d’interruzione della terapia con farmaci come daparox, sereupin, maveral, dumirox, eutimil, zoloft, tatig, seropram, ecc..

A causa dei potenziali effetti collaterali, abbiamo già ricordato che gli antidepressivi triciclici non sono generalmente utilizzati in prima linea nel trattamento della depressione. Tuttavia, hanno un valore riconosciuto nel trattamento della depressione maggiore. A questa classe di farmaci appartengono: amitriptilina, nortriptilina, desipramina, imipramina.

Gli inibitori delle monoamino-ossidasi (selegilina, tranilcipromina, fenelzina, isocarboxazide) sono utilizzati raramente a causa della loro tossicità e di importanti interazioni con farmaci ed alimenti.

Il bupropione è discusso separatamente perché sembra agire mediante molteplici meccanismi. Aumenta sia la neurotrasmissione noradrenergica sia quella dopaminergica attraverso l’inibizione della ricaptazione. È indicato per il trattamento della depressione nella prevenzione di disturbi depressivi stagionali, e come trattamento per la cessazione del fumo.

Ci sono, poi, una serie di composti indicati come antidepressivi atipici che oltre al loro uso nella schizofrenia, nella depressione bipolare e nella depressione maggiore con disturbi psicotici, sono stati usati “off-label” per la depressione maggiore senza caratteristiche psicotiche. Tra questi ricordiamo: aripiprazolo, quietapina, olanzapina-fluoxetina in associazione.

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