Cos’è la vitamina K?

La vitamina K è un lipide utilizzato dalle piante e dai batteri, rivestendo in questi un ruolo essenziale. Nell’uomo circa la metà della quantità richiesta giornaliera è fornita dai batteri intestinali. La funzione della vitamina K nell’attivazione della coagulazione del sangue risale ai primi anni ’70, quando si scoprì che negli animali e nell’uomo trattati con agenti anticoagulanti cumarinici era presente una forma inattiva della protrombina (proteina essenziale nella cascata di reazioni del processo di coagulazione).
La vitamina K partecipa alla carbossilazione dei residui di glutammina (Glu) in alcune delle proteine implicate nella coagulazione del sangue (la vitamina K è così chiamata dalla parola danese “Koagulation”). Una carenza di vitamina K previene tale carbossilazione e le risultanti proteine di coagulazione inattive conducono ad emorragia successiva. I composti che inteferiscono con la funzione della vitamina K sono i principi attivi contenuti in alcuni veleni usati contro i roditori.

A cosa serve la vitamina K

L’utilizzo a scopo terapeutico della vitamina K è mirato verso quelle persone che presentano una tendenza al sanguinamento o all’emorragia associati con una carenza della vitamina stessa. Questa carenza può avere origine da:

  • apporto inadeguato
  • cattivo assorbimento
  • può essere conseguente all’effetto di un antagonista della vitamina K stessa.

Fabbisogno umano di vitamina K

Il fabbisogno umano di vitamina K non è mai stato definito con precisione. Si assume come dose raccomandata per un individuo adulto quella di 70ug/die. I depositi di questa vitamina nell’organismo sembrano essere di modesta entità.

Alimenti ricchi in vitamina K

Riuscire ad assumere quantità adeguate di vitamina K non è difficile, poichè è contenuta in molti alimenti. Tra questi ci sono, ad esempio, tutti gli ortaggi a foglia verde (bietola, cavolo verde, spinaci, foglie di barbabietola, cicoria, ecc ecc), le carote, le patate, i legumi e anche i cereali integrali (tra questi la più ricca è l’avena), la carne (anche se in quantità inferiore rispetto agli ortaggi e ai legumi) e i formaggi. Dobbiamo, poi, tener presente quella quantità di vitamina K che è prodotta dalla microflora batterica intestinale.
Abbiamo già accennato al fatto che dal punto di vista chimico è un lipide, appartenente al gruppo delle vitamine liposolubili insieme alle vitamine A, D, E; pertanto, per essere assorbita richiede la presenza di grassi (l’olio extravergine di oliva usato come condimento delle verdure può rappresentare una buona soluzione).

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