L’acido acetilsalicilico: da una vecchia molecola una nuova speranza
Per la maggior parte della storia, la medicina si è basata sull’utilizzo di rimedi derivati dalle piante. Questo tipo di trattamento, a volte indicato come medicina “tradizionale”, è ancora la principale forma di trattamento per miliardi di persone in tutto il mondo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, e sta riconquistando il favore nelle società occidentali. Anche nella medicina “moderna”, circa la metà dei farmaci sviluppati nel corso degli ultimi 20 anni e approvati dalla FDA degli Stati Uniti sono prodotti naturali (principalmente di origine vegetale), oppure dei loro derivati sintetici. L’acido salicilico (SA) e i suoi derivati ne sono un ottimo esempio. L’acido acetilsalicilico, conosciuto come aspirina, è stato il farmaco più usato in tutto il mondo negli ultimi due secoli per ridurre dolore, febbre e infiammazione. L’aspirina è anche usata (a basso dosaggio) per ridurre il rischio d’infarto, ictus e alcuni tipi di cancro.
Che cosa succede quando assumiamo una compressa di aspirina?
La molecola di acido acetilsalicilico viene immediatamente de-acetilata da enzimi presenti nel sangue (esterasi) per diventare acido salicilico (SA). Poiché questo processo avviene velocemente (t1/2 =20min), gran parte della bioattività dell’aspirina può essere attribuita al suo metabolita primario, l’acido salicilico SA, che ha un’emivita di molte ore nel plasma [1].
Cosa c’è di nuovo?
È di recente scoperta che l’acido salicilico è in grado di bloccare l’enzima GADPH che gioca un ruolo importante in malattie neurodegenertaive quali Alzheimer [2], Parkinson e Corea di Huntington.
Perché è importante il GADPH?
L’enzima GAPDH è una proteina citosolica che svolge un ruolo centrale nella produzione di energia, mediante un processo metabolico chiamato glicolisi. Oltre a questo, negli ultimi decenni, è stata dimostrata la sua partecipazione nella riparazione del DNA [3] e nella trascrizione [4]. La sua capacità di legare l’RNA e il DNA è curiosamente sfruttata da alcuni virus, tra cui quello dell’epatite A, B, e C, per la loro replicazione. Inoltre, numerosi studi hanno collegato GAPDH con la morte cellulare/apoptosi indotta. Snyder e collaboratori [5] hanno rivelato il ruolo centrale del GAPDH nella neuro degenerazione. Secondo gli esperti l’azione di questo enzima gioca un ruolo importante nella neurodegenerazione e non a caso un farmaco oggi in uso contro il Parkinson, il Deprenyl, agisce proprio su GAPDH. I ricercatori hanno anche dimostrato che vari salicilati estratti dalla liquirizia o prodotti artificialmente in laboratorio esercitano su GAPDH un’azione ancora più potente dell’acido salicilico.
In futuro, dopo aver chiarito meglio in che modo l’acido salicilico e i suoi derivati agiscono su GAPDH, si potrà puntare allo sviluppo di nuovi potenti farmaci per malattie neurodegenerative.