Cannabis

Cenni

La canapa (cannabis sativa/cannabis indica) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Cannabinacee di notevoli dimensioni, alta fino a 2 metri. Con il termine “cannabis” si intendono semplicemente le parti superiori essiccate dei fiori della pianta, contenenti i principi attivi cosiddetti cannabinoidi. Il noto uso voluttuario è riferito al fumo di cannabis, e provoca effetti euforici, aumento del battito cardiaco, dilatazione della pupilla e a dosi alte provoca delirio e allucinazioni.
Sono stati scoperti oltre 100 cannabinoidi e si ritiene che alcuni di essi, come il THC (tetraidrocannabinolo) e il CBD (cannabidiolo), presentino proprietà terapeutiche. Per quanto ne sappiamo, nessun’altra pianta al mondo produce cannabinoidi.

THC e CBD 

Il THC provoca, nell’arco di un’ora dalla sua assunzione, effetti a carico del sistema nervoso centrale e periferico che perdurano, a loro volta, per circa 2-3 ore.

Tra gli effetti a carico del sistema nervoso centrale figurano:

  • difficoltà mnemoniche e d’apprendimento;
  • scarsa coordinazione motoria e ridotta capacità di condurre veicoli;
  • assunzione di posture non naturali (catalessi),
  • abbassamento della temperatura corporea;
  • azione antidolorifica;
  • attenuazione di nausea e vomito utile ai pazienti oncologici che si sottopongono a chemioterapia;
  • aumento del senso di fame;
  • sensazione di benessere e rilassamento.

A livello periferico si riscontrano invece:

  • tachicardia;
  • vasodilatazione;
  • riduzione della pressione intraoculare;
  • broncodilatazione.

Il CBD ha invece effetti sedativi, ipnotici, anticonvulsivanti, antidistonici (ossia limita le contrazioni muscolari involontarie), antiossidanti e antinfiammatori. Attualmente si stanno conducendo ricerche scientifiche estese in relazione al possibile uso medico di questo e di altri cannabinoidi.

In particolare, è in corso di valutazione il ricorso al CBD nella lotta ad alcuni tipi di tumore (colon, prostata, seno, cervello). Ci sono poi alcuni interessanti studi che sembrano rivelare l’azione del CBD sul gene che provoca la diffusione delle metastasi del cancro al seno e altre neoplasie.

Le cosiddette “componenti funzionali” sono prodotte in ghiandole resinose che si trovano sull’intera pianta. La maggior concentrazione di queste ghiandole si trova nella parte superiore del fiore. Le componenti funzionali vengono completamente rilasciate quando la resina di cannabis viene riscaldata alla temperatura di 180 °C.

Uso Medico

Sono presenti molte varietà di cannabis. Esse presentano un aspetto e una fragranza particolare e possono avere concentrazioni diverse di cannabinoidi, portando quindi a effetti diversi una volta assunte.

Con cannabis a uso medico s’intende la cannabis che soddisfa gli standard qualitativi per l’uso del prodotto come farmaco. Viene quindi prodotta secondo normative farmaceutiche: ogni varietà presenta un profilo standardizzato di Ingredienti Farmaceutici Attivi (API) e livelli di inquinanti (quali muffe, batteri o altri), pertanto abbiamo la certezza della concentrazione. I suoi utilizzi ufficiali sono:

  • spasticità da sclerosi Multipla
  • inappetenza (assenza di appetito) nell’AIDS, nel cancro o nell’anoressia
  • vomito e nausea da chemioterapia o HIV
  • glaucoma
  • trattamento del dolore (in base alla legge Di Bella 94/98)
  • sindrome di Tourette

Tuttavia l’uso della Cannabis è stato studiato anche per altre patologie, tra cui epilessia, fibromialgia, sindromi ansioso-depressive, ictus, malattie infiammatorie croniche intestinali, leucemia, artrite reumatoide, schizofrenia e patologie cardiovascolari, asma bronchiale, lupus eritematoso e allergie.

Chi produce la cannabis? Quali sono le varietà

L’azienda Bedrocan olandese produce 6 varietà di cannabis a uso medico che vengono messe a disposizione da parte del ministero della Salute dei Paesi Bassi. Attualmente, Bedrocan è l’unica azienda a livello mondiale a offrire cannabis standardizzata a uso medico completamente germogliata.

Da gennaio 2017 una varietà di cannabis denominata FM2 viene prodotta dallo Stabilimento Farmaceutico Militare di Firenze ed è acquistabile da tutte le farmacie pubbliche e private nonché dagli ospedali. La produzione italiana ha paradossalmente un costo superiore alle forniture olandesi, tuttavia per il paziente la spesa non cambia. Vediamo quali sono le varietà di cannabis:

Bedrocan®

Bedrocan® è considerata cannabis del tipo sativa. Il suo livello di THC è standardizzato al 22%, con un livello di CBD inferiore all’1%. È la cannabis più ampiamente utilizzata tra quelle offerte dal ministero olandese ed è stata utilizzata maggiormente nella ricerca rispetto ad altre varietà.

Bedrobinol®

Anche il Bedrobinol® è considerato una sativa. Il suo livello di THC può essere considerato mediamente forte, standardizzato al 13,5%, con un livello di CBD inferiore all’1 %.

Bediol®

Il Bediol® presenta un livello di THC da basso a medio, standardizzato al 6,5% e un livello medio di Cannabidiolo non psicoattivo (CBD), standardizzato all’8%. Gli effetti del CBD sono chiaramente diversi dal THC. Il Bediol è disponibile in formato granulare. Anche il Bediol è considerato del tipo sativa.

Bedica ®

Bedica® è considerata cannabis della varietà indica . Contiene una quantità media di THC, attorno al 14%, con meno dell’1% di CBD. Le differenze caratteristiche tra le varietà di Indica e Sativa è riscontrabile nella presenza di composti odorosi (terpeni) nella pianta. Ad esempio, una simile quantità elevata di mircene è presente in Bedica ®, mentre nelle altre tre varietà essa non è riscontrabile o lo è in misura minima. Il mircene è noto per avere un effetto calmante. Bedica ® è anche disponibile in formato granulare.

Bedrolite®

La varietà non psicoattiva Bedrolite® è ora disponibile per uso medico e di ricerca. Bedrolite è in fase di standardizzazione. Contiene circa il 9% di CBD e lo 0,4% di THC. Bedrolite è disponibile nei Paesi Bassi e negli Stati riforniti dal ministero della Salute dei Paesi Bassi. CBD presenta proprietà farmacologiche distinte. Per maggiori informazioni consultare il sito Internet dell’Ufficio per la Cannabis a uso Medico del ministero della Salute dei Paesi Bassi.

Bedropuur®

Bedropuur® è una varietà indica ad alto tenore di THC con meno dell’1% di CBD. Bedropuur è disponibile solo in Canada e a scopo di ricerca.

Quali sono le preparazioni a base di Cannabis che si possono allestire in farmacia?

  • cartine per decozione in tisana
  • cartine per vaporizzazione mediante vaporizzatori
  • capsule apribili per decozione in tisana di cannabis micronizzata
  • capsule decarbossilate ad uso orale
  • estratto in olio di oliva
  • estratto alcool etilico
  • estratti glicolici/glicerici
  • estratti per sigarette elettroniche
  • gel transdermico (PLO)
  • colliri

Come faccio a sapere quali farmacie allestiscono preparazioni a base di cannabis?

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In che modo si assumono le preparazioni a base di Cannabis

Le preparazioni a base di Cannabis possono essere assunte per bocca (via orale) o per via inalatoria. Il dosaggio è ovviamente a discrezione del medico, ma in linea generale si inizia il trattamento con dosi minime da regolare poi in funzione della risposta del singolo individuo.

Per bocca (via orale)

  1.  TISANA: la via orale attraverso la preparazione di una tisana si assume una o più volte durante la giornata. Viene dispensata mediante cartine di cannabis grezza. Gli effetti compaiono dopo circa mezzora e raggiungono il picco massimo in un paio d’ore. L’effetto può durare fino a 6 ore.
  2. CAPSULE APRIBILI: si assumono attraverso decozione in tisana. Non devono essere assunte intere ovviamente e neppure vaporizzate.
  3. CAPSULE ORALI DECARBOSSILATE: sono capsule pronte all’uso, non devono essere aperte poiché gastroresistenti.
  4. OLIO: la via orale attraverso l’assunzione sublinguale di gocce di olio di Cannabis comporta la comparsa degli effetti nel giro di un’ora e mezza. L’effetto può durare 8 ore. Si può assumere anche ponendo l’olio su mollica di pane, ma la via di somministrazione raccomandata è quella sublinguale (sotto la lingua).

Via inalatoria

La via inalatoria prevede l’utilizzo di vaporizzatori ed una serie di inalazioni ripetute. Questa via comporta un rapido assorbimento dei principi attivi ed una altrettanto rapida comparsa degli effetti (circa in 5 minuti). Questa via è simile al fumo vero e proprio della cannabis, con la differenza che non si assumono tutte quelle sostanze tossiche derivanti dalla combustione (perché non vi è combustione nei vaporizzatori) e, altro aspetto rilevante, si conosce esattamente la quantità di THC inalata (non possibile tramite l’uso “ludico”). L’unico svantaggio è l‘elevato costo degli apparecchi per la vaporizzazione.

Come detto la somministrazione per via inalatoria prevede l’utilizzo di un vaporizzatore; il ministero della Salute olandese ha approvato e certificato un solo strumento, il Volcano® (Volcano Digit – Vaporizzatore con Solid Valve Set).  Esso permette di controllare sul display la temperatura di funzionamento, che raccomandiamo essere 210° per favorire l’estrazione di tutti i cannabinoidi. Il costo di tale apparecchio è notevole, e spesso molti pazienti ricorrono a strumenti più semplici, talvolta portatili, ugualmente efficaci e molto più economici.

Come preparare una tisana a base di cannabis

Per la preparazione di una tisana di cannabis, più precisamente decotto, si introducono in un recipiente 100ml di acqua fredda per ogni 100mg di cannabis utilizzata. In ogni caso, la quantità di acqua non dovrà mai essere inferiore a 100ml anche per piccole quantità di cannabis (es. 20mg di cannabis=100ml di acqua, mentre 200mg di cannabis=200ml di acqua)

Aprire la cartina contenete la sostanza fresca, sminuzzarla con una lama, e immergerla direttamente nel recipiente di acqua fredda. Riscaldare fino ad ebollizione tenendo il recipiente chiuso con un coperchio per evitare la volatizzazione dei principi attivi; il tutto a fuoco lento per circa 20 minuti (20 minuti con acqua in ebollizione).

Lasciar raffreddare il decotto per circa 15 minuti prima di filtrarlo con un colino, sul quale è necessario esercitare pressione per recuperare più liquido possibile. Assumere il decotto. Può all’occorrenza essere conservato in frigo in recipiente chiuso per 24 ore al massimo.

Aggiungendo del latte nella prima fase, si migliora la solubilizzazione ed estrazione dei cannabinoidi. Infatti i cannabinoidi sono lipofili (grassi), l’acqua è un solvente idrofilo (acquoso) quindi non molto adatta al caso.

Quanto costa una preparazione a base di Cannabis in farmacia?

A partire dal 18 Giugno 2017, la cannabis (olandese o italiana) viene venduta in TUTTE LE FARMACIE ad un prezzo fisso di 9€ al grammo. A tale prezzo andranno ovviamente addizionati gli onorari del farmacista e i costi di confezionamento.

È possibile ottenere gratuitamente una preparazione a base di Cannabis?

Attualmente in Italia non vi è una situazione identica in ogni regione sotto il punto di vista del rimborso; le Regioni Toscana, Puglia, Liguria, Campania, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto riconoscono ai cittadini le preparazioni a base di Cannabis gratis. Tuttavia in altre regioni alcune ASL agevolano l’acquisto di Cannabis richiedendo al paziente il pagamento delle sole spese burocratiche, ma per avere risposte precise è preferibile contattare gli uffici della propria ASL di riferimento.

Per informazioni aggiornate Regione per Regione, vi invitiamo a leggere il nostro post sulla Cannabis Mutuabile.

Le farmacie possono spedire le preparazioni a base di Cannabis a casa?

Si, dopo aver ricevuto la ricetta medica originale e correttamente redatta.

Attenzione: anche in questo caso, vi invitiamo a leggere i nostri aggiornamenti nel post Cannabis Mutuabile perché una circolare del settembre 2020  vieta, di fatto, alle farmacie galeniche di spedire ai pazienti i prodotti a base di cannabis.

Per maggiori informazioni sulle farmacie che svolgono questo servizio scrivici nel riquadro in basso a destra “contatta un farmacista“.

Si può fumare la Cannabis acquistata in farmacia?

È importante non fumare il farmaco in quanto la combustione determina una notevole perdita di principi attivi fino al 40% del THC.

Controindicazioni

Secondo le circolari ministeriali, il medico curante deve sempre tenere conto del rapporto rischio/beneficio nell’uso medico della cannabis; l’uso di Cannabis a scopo terapeutico NON è consigliato ai seguenti soggetti:

  • adolescenti e giovani adulti a causa di alterazioni mentali che sono maggiori durante il
    completamento dello sviluppo cerebrale;
  • individui con disturbi cardio-polmonari severi in quanto l’uso di cannabis può provocare ipotensione
    ma anche ipertensione, sincope e tachicardia;
  • individui con grave insufficienza epatica, renale e soggetti con epatite C cronica a causa di un
    aumentato rischio di sviluppare o peggiorare una steatosi epatica;
  • individui con una storia personale di disordini psichiatrici e/o una storia familiare di schizofrenia in
    quanto la cannabis può provocare crisi psicotiche;
  • individui con una storia pregressa di tossicodipendenza e/o abuso di sostanze psicotrope e/o alcol;
  • individui con disturbi maniaco depressivi;
  • individui in terapia con farmaci ipnotico sedativi, antidepressivi o in generale psicoattivi in quanto la
    cannabis può generare effetti additivi o sinergici;
  • donne che stanno pianificando una gravidanza o sono in gravidanza o in allattamento.

Effetti indesiderati

Quando si parla di cannabis, bisogna considerare possibili effetti collaterali sul piano fisico e psichico.

Tra gli effetti indesiderati più comuni annoveriamo euforia, tachicardia, bruciore agli occhi, ipotensione ortostatica, cefalea, vertigini, secchezza della fauci, debolezza muscolare.

Si consiglia di tenersi molto idratati, e qualora dovessero comparire capogiri dopo l’assunzione il consiglio è di non preoccuparsi e bere un bicchiere d’acqua. Nel caso vi fosse tachicardia, generalmente si attenua con il passare dei giorni senza comportare interruzioni di terapia.

In linea generale, gli effetti indesiderati si manifestano comunque a distanza di poche ore dall’assunzione della Cannabis e scompaiono spontaneamente nell’arco di pochi giorni anche in funzione della dose assunta. Tuttavia, è bene sottolineare come gli effetti collaterali tendano a dissolversi, in via definitiva, con l’aumento della tolleranza ai prodotti a base di cannabinoidi.

Come prevenire gli effetti indesiderati? 

Quando i pazienti assumono cannabis a uso terapeutico, il medico segue tendenzialmente queste linee guida al fine di scongiurare l’insorgenza di effetti indesiderati.

  • Assumere dosi ridotte all’inizio del trattamento.
  • Usare la stessa dose per diversi giorni tenendo sotto controllo gli effetti.
  • Aumentare la dose in modo graduale.
  • Creare un ambiente sicuro per l’avvio della terapia.

Avvertenze e precauzioni d’impiego

In generale, è utile raccomandare ai pazienti di conservare la cannabis in un luogo sicuro e controllato al fine di evitare il facile accesso a bambini e/o adolescenti. Gli effetti della cannabis sul sistema nervoso centrale possono essere non prevedibili per i nuovi assuntori. Pertanto, si consiglia di assumere la prima dose di preparato in ambiente tranquillo e soprattutto, sempre in presenza di un’altra persona che possa avvertire un sanitario, se necessario. Per i pazienti affetti da gravi patologie cardiache e renali si raccomanda l’assunzione del farmaco sotto supervisione medica, in ambiente sanitario ospedaliero/ambulatoriale.  L’uso della sostanza vegetale può determinare positività ai test antidoping (Legge 376/2000), ai controlli previsti dal Codice della strada (Art. 187 del Codice della Strada: Guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti), o alle procedure per gli accertamenti sanitari stabiliti dall’Accordo stato-regioni dell’8 settembre 2008 sui lavoratori con mansioni a rischio. La cannabis è una tra le sostanze psicotrope d’abuso più utilizzate. Essa può indurre dipendenza complessa, può provocare un danno cognitivo di memoria, cambiamenti di umore e percezioni alterate; può promuovere psicosi. Infatti, la cannabis oltre a possedere un effetto antalgico (antidolorifico), è in grado di modulare, in senso additivo, il sistema cerebrale della gratificazione e della ricompensa di qualsiasi individuo.

Questi effetti possono essere “valutati” e vissuti dal soggetto in diversi modi: in alcuni casi non rivestono un’importanza rilevante e non determinano alcuna alterazione dell’equilibrio psichico e comportamentale del soggetto; in altri, invece, possono rappresentare la base per l’inizio di un uso improprio di cannabis e dell’instaurazione progressiva di uno stato di dipendenza complessa.

Quando s’impiega la cannabis per uso medico, alle dosi terapeutiche raccomandate, solitamente inferiori a quelle per uso ricreativo, si riduce notevolmente il rischio di dipendenza complessa. Si ritiene, pertanto, opportuno che il medico prescrittore valuti attentamente, in ogni soggetto eleggibile al trattamento, il dosaggio della sostanza utile nel caso specifico.

Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

A causa dell’elevato passaggio epatico della Cannabis, possono verificarsi diverse interazioni. Sono descritti effetti sedativi sinergici o additivi in seguito alla contemporanea assunzione di sostanze psicotrope come alcol etilico e farmaci come le benzodiazepine, antidepressivi, antiepilettici, barbiturici ed oppiacei. 

  • Farmaci che possono aumentare la biodisponibilità del THC (e quindi contribuire ad una sorta di “sovradosaggio” con aumento degli effetti collaterali): antidepressivi (ad esempio, fluoxetina, fluvoxamina, e nefazodone), gli inibitori della pompa protonica (ad esempio cimetidina e omeprazolo), i macrolidi (ad esempio claritromicina ed eritromicina), gli antimicotici (ad esempio itraconazolo, fluconazolo, ketoconazolo, miconazolo), i calcio antagonisti (ad esempio, diltiazem, verapamil), gli inibitori della proteasi HIV (ad esempio ritonavir), amiodarone e isoniazide
  • Farmaci che accelerano il metabolismo THC (e possono al contrario ridurre la biodisponibilità del THC e quindi la sua efficacia quando usato in un contesto terapeutico: rifampicina, carbamazepina, fenobarbital, fenitoina, primidone, rifabutina, troglitazone, e l’erba di San Giovanni (iperico, Hypericum perforatum L.)

Sovradosaggio da Cannabis

Una dose eccessiva di cannabis può causare uno stato depressivo o ansioso e può provocare attacchi di panico o psicosi. Non si può escludere inoltre un aumento della frequenza cardiaca e una variazione della pressione sanguigna.

Questi sintomi dovrebbero scomparire spontaneamente in poche ore.

Tutti possono assumere Cannabis?

La terapia a base di cannabinoidi è sconsigliata in caso di insufficienza epatica o epatite C, per il rischio di sviluppo di steatosi epatica. E’ sconsigliata nei casi di insufficienza renale, schizofrenia (rischio di crisi psicotiche), in pazienti con storia di abuso di sostanze (droghe o alcol) e in tutti quei pazienti che hanno mostrato sintomi di intolleranza.

Può guidare chi sta assumendo Cannabis per fini terapeutici?

Diciamo di no, o meglio, secondo il ministero è il medico che deve decidere se esentare o meno il paziente dalla guida. L’uso della sostanza vegetale può determinare positività ai controlli previsti dal Codice della strada (Art. 187 del Codice della Strada: Guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti). Per maggiori informazioni, vi invitiamo a leggere il nostro approfondimento su Cannabis terapeutica e patente di guida.

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