Cannabis terapeutica e patente di guida: ciò che devi sapere

Cannabis terapeutica e patente di guida: ciò che devi sapere

Siamo certi che il binomio cannabis terapeutica e patente di guida interessi chi fa uso, per ragioni mediche, di prodotti a base di cannabinoidi e per questo abbiamo deciso di dirvi tutto ciò che bisogna sapere in merito a una tematica così delicata.

Se invece vi apprestate a iniziare un trattamento a base di Cannabis terapeutica e volete saperne di più, potete leggere questi utili approfondimenti su Cannabis in farmacia e Cannabis mutuabile.  

Procediamo quindi con ordine e andiamo a vedere, per prima cosa, che cosa dice la legge in merito a Cannabis e patente. Rispondiamo poi alla domanda per eccellenza che tanti si pongono: chi fa uso di farmaci contenenti cannabinoidi può guidare?

E ancora, cosa accade al paziente che viene fermato durante un posto di blocco? E, infine, come funziona il rinnovo della patente in questi casi?

 

Cosa dice la legge in merito a Cannabis e patente 

In questi casi, occorre sempre fare riferimento all’articolo 187 del Codice della Strada che norma la conduzione di mezzi di trasporto sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Perché si configuri un possibile reato, bisogna tuttavia prendere in considerazione due condizioni ben precise quali:

  • lo stato di alterazione del conducente;
  • il tempo trascorso dall’ultima assunzione.

Quando si parla di cannabis terapeutica e patente di guida, non è infatti sufficiente, al contrario di quanto avviene per gli alcolici, rilevare tracce di sostanze nelle matrici biologiche come sangue, capelli e urina, ma è indispensabile dimostrare anche lo stato di alterazione del conducente del mezzo.

Questo perché, la tolleranza verso le sostanze d’abuso varia da individuo a individuo anche in considerazione di fattori come la frequenza di consumo, il tempo trascorso dall’ultima assunzione e la permanenza dei principi attivi stupefacenti nell’organismo.

Tuttavia, da una recente sentenza della Corte di Cassazione, emerge che la semplice positività al test delle urine o del sangue, eseguito in ospedale, non è da ritenersi una prova sufficiente per confermare lo stato di alterazione.

In questi casi, occorre quindi aspettare il referto dello specialista che, dopo aver visitato  l’automobilista, può confermare o meno, a fronte del quadro sintomatologico e dello stato d’alterazione psico-fisico, l’incompatibilità alla guida di mezzi di trasporto.

Alla luce dei fatti esposti, la domanda sorge dunque spontanea: ma, allora, chi prende cannabis terapeutica e ha la patente può guidare oppure no?

 

Chi prende cannabis a uso terapeutico può guidare? 

Volendo fare un discorso più ampio, chiunque prenda farmaci dovrebbe mettersi alla guida se e solo se la capacità di condurre il mezzo non è alterata dal trattamento in essere. Dunque, è necessario appellarsi alla coscienza di ognuno, al senso civico e al rispetto per gli altri.

D’altra parte, il Decreto Lorenzin è molto chiaro in materia perché afferma chiaramente che le persone che si sottopongono a una terapia a base di cannabinoidi devono essere esentate, per almeno 24 ore dall’ultima assunzione di farmaco, dalla guida di veicoli e/o dallo svolgimento di mansioni lavorative che richiedono attenzione mentale e coordinazione fisica.

Perfetto, ma come deve comportarsi chi deve assumere ogni giorno, a fronte di una prescrizione medica, cannabis terapeutica?  

Per questa categoria di pazienti, è compito della Commissione Medica valutare se, a fronte del dosaggio di farmaco prescritto, il soggetto può mettersi alla guida di un mezzo oppure no.

 

Cannabis terapeutica e patente di guida: come funziona il rinnovo 

Secondo l’Allegato III decreto legislativo n. 59 del 18-04-2011, la patente di guida non può essere rilasciata o rinnovata a coloro che abusano o fanno uso abituale di qualsiasi medicinale o cocktail di farmaci in dosaggi tali da alterare la capacità di conduzione del mezzo.

La relativa valutazione della sussistenza dei requisiti di idoneità psicofisica per la guida di veicoli a motore viene demandata alla Commissione Medica Locale che, in fase di esame, deve valutare con estrema attenzione e severità rischi e pericoli correlati alla guida dei veicoli sotto l’effetto di medicinali a base di Cannabis. In caso di rinnovo della patente, la validità della stessa non può comunque essere superiore a due anni.

 

Durante la visita in Commissione è richiesta l’assistenza da parte di un avvocato? 

 Nel corso della visita di fronte alla Commissione Medica Locale, il paziente non necessita di essere affiancato dal proprio legale di fiducia.

Tuttavia, un incontro preliminare può essere utile per prepararsi al meglio ad affrontare la commissione.

 

Cannabis terapeutica e patente di guida: cosa fare in caso di mancato rinnovo 

 Le persone che assumono cannabis terapeutica e alle quali non viene concesso il rinnovo della patente di guida hanno 60 giorni di tempo per presentare ricorso davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR).

In alternativa, si può richiedere una nuova visita medica presso un’Unità Sanitaria Territoriale di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) con costi a carico dell’esaminato che partono da euro 250,00 e arrivano a  500,00.

In questa fase, il consiglio è di farsi accompagnare dal proprio medico di fiducia in modo da esporre i fatti in modo più completo.

 

Contestazione del reato di guida sotto effetto di cannabis: cosa succede 

 Ai fini della punibilità, per l’articolo 187 del Codice della Strada, le autorità devono dimostrare, come già anticipato, che siano soddisfatte due condizioni ben precise.

  1. Il conducente del mezzo si trova in uno stato di alterazione tale da pregiudicarne la guida.
  2. Si dimostra su base scientifica e, dunque, attraverso analisi del sangue e delle urine l’assunzione di sostanze stupefacenti.

Per le persone che assumono cannabis a scopo terapeutico, il risultato dei test è ovviamente scontato perché il soggetto risulterà di certo positivo.

Per quanto riguarda, invece, lo stato di alterazione di cui al punto 1, la persona fermata su strada deve richiedere di essere sottoposta, in ospedale, ad accertamento medico legale al fine di valutare il livello di lucidità e l’orientamento nel tempo e nello spazio.

Qualora fosse confermata l’idoneità alla guida, si consiglia di contattare quanto prima la magistratura per richiedere l’immediata archiviazione del procedimento penale.

La legge stabilisce difatti che, per pazienti trattati con Cannabis terapeutica in assenza  di alterazione psico-fisica, la sanzione amministrativa e penale non è applicabile.

 

 

Quando le persone assumono cannabis terapeutica, è normale chiedersi cosa accada alla patente di guida. Dunque, si può guidare oppure no?

Il Codice della Strada si esprime molto chiaramente in materia. Le persone che, assumono sostanze come questa a fini terapeutici, sono perseguibili laddove i test di laboratorio confermino l’assunzione della sostanza e vi sia un evidente stato di alterazione tale da compromettere la guida del mezzo.

In caso di posto di blocco, bisogna quindi richiedere una visita di controllo in modo tale che sia il medico ad accertare le condizioni del conducente.

Per quanto riguarda il rinnovo della patente, il giudizio è invece affidato alla Commissione Medica esaminatrice che, a fronte del dosaggio del farmaco prescritto, si esprime in tal senso. In caso di mancato rinnovo, il paziente ha comunque facoltà di rivolgersi al TAR o può richiedere una seconda visita presso un’Unità Sanitaria Territoriale di Rfi.

 

 

 

 

Categories: Cannabis in farmacia

Autore

Irene Dallegri