I disturbi alimentari in adolescenza sono tra le principali cause di disagio nei ragazzi più giovani. Colpiscono prevalentemente individui di sesso femminile, ma talvolta non risparmiano neppure i maschi. Possono essere il sintomo di una crisi passeggera tipica degli anni dell’adolescenza, ma non devono essere sottovalutati perché possono assumere la connotazione di una vera e propria malattia.

Alla loro origine, vi è molto spesso il desiderio di abbracciare un’immagine ideale del proprio corpo perché tanti fattori socioculturali enfatizzano, nella società di oggi, il valore aggiunto della magrezza. Si parla, quindi, di disturbi alimentari culture-bound riconducibili, per l’appunto, alla cultura.

In altri casi, le cause dei disturbi alimentari nell’adolescenza devono essere ricercate altrove e possono essere davvero disparate.

Analizziamole dunque nel dettaglio per poi soffermarci sui campanelli d’allarme e su cosa si può fare per aiutare i giovani.  

 

Disturbi alimentari adolescenza: le cause 

I disturbi alimentari adolescenziali si contraddistinguono per cause riconducibili a un errato rapporto con il cibo o a particolari condizioni psicologiche.

Spesso, come anticipato, si attribuisce un’importanza estrema alla magrezza unitamente al desiderio di avere un corpo perfetto, mentre in altri casi insorge una pulsione disfunzionale nei confronti del cibo.

Dal punto di vista psicologico, i rapporti più stretti, come quelli con la propria famiglia, possono essere invece costellati da tensioni e/o segnati da eventi traumatici ed è proprio allora che il disturbo alimentare diventa espressione di disagio.

Altre volte, i problemi con il cibo possono manifestarsi a seguito di episodi di bullismo o body shaming (pratica usata per offendere qualcuno per il suo aspetto fisico).

Nonostante ciò, tanti genitori continuano a interrogarsi sulle cause esatte dei disturbi alimentari dei propri figli.  Molti di loro temono, difatti, che all’origine del malessere possa esserci un cattivo rapporto con la famiglia (soprattutto con la madre), modelli errati forniti dai social network o richieste d’aiuto.

Cosa dicono gli studi

A oggi, le cause esatte dei disturbi alimentari sono spesso sconosciute, ma i dati in nostro possesso possono dirci qualcosa.

Esiste, per esempio, una certa predisposizione tra familiari di primo grado quando il rischio di sviluppare la malattia aumenta di 10 volte. Invece, studi sui gemelli rivelano che l’ereditarietà contribuisce per il 40-60% allo sviluppo del disturbo. Infine, sembra esistere un possibile legame tra anoressia nervosa e disturbi metabolici o disordini mentali.  

 

Quali sono i disturbi alimentari più diffusi

I principali disturbi alimentari tra gli adolescenti sono l’anoressia e la bulimia nervosa, la bigoressia e il disturbo da alimentazione incontrollata.

  • Anoressia nervosa: si manifesta principalmente nella prima adolescenza con un’incidenza maggiore tra le ragazze. Chi ne soffre percepisce il proprio corpo come sgradevole e si vede in sovrappeso. Per questo, segue diete molto rigide e restrittive. Tuttavia, la perdita di quelli che sono visti come i chili in eccesso non comporta, spesso e volentieri, il ritorno a un’alimentazione regolare e il cibo continua a essere razionato. La diagnosi di anoressia viene, solitamente, formulata di fronte a una perdita di peso superiore al 10-15%.  Nei casi più gravi il dimagrimento può raggiungere addirittura il 50% (cachessia).

 

  • Bulimia nervosa:  non è facilmente riconoscibile perché non vi si associa, al contrario dell’anoressia, un’importante perdita di peso. Per chi ne soffre, il cibo diventa una vera e propria ossessione in grado di generare abbuffate compulsive nel corso delle quali si ha quasi la sensazione di perdere il controllo di sé. Segue l’assunzione di condotte compensatorie che si contraddistinguono per episodi di vomito autoindotto, abuso di lassativi e diuretici, estenuante esercizio fisico e digiuno.  Nel complesso, il cibo diventa una sorta di sollievo momentaneo, ma la sua ingestione provoca anche sensi di colpa e disgusto.

 

  • Bigoressia: è più frequente tra gli individui di sesso maschile che, a causa del desiderio di avere un’importante massa muscolare, si sottopongono ad attività fisica intensa sviluppando inoltre un’ossessione per nutrienti e integratori.

 

  • Disturbo da alimentazione incontrollata: si traduce nel consumo di grandi quantità di cibo in un breve lasso temporale accompagnato da emozioni dolorose come vergogna e tristezza. È un problema che ricalca in un certo senso la bulimia, ma in questo caso non si adottano comportamenti per l’eliminazione di quanto ingerito.

 

 I disturbi alimentari nei bambini 

Come abbiamo già capito, i disturbi alimentari durante l’adolescenza rappresentano un grave problema di salute pubblica, ma c’è anche un altro allarme da non sottovalutare.

Dati alla mano, si registra un aumento dei casi di bulimia e del disturbo da alimentazione incontrollata tra i giovanissimi. Dunque, i disturbi alimentari possono colpire anche bambini in età puberale con ripercussioni molto più complesse sul corpo e sulla mente.

 

Sintomi disturbi alimentari tra gli adolescenti 

Ci sono diversi campanelli d’allarme che aiutano un genitore a capire che il proprio figlio soffre, forse, di un disturbo alimentare tipico dell’adolescenza.

  • Sintomi fisici: oscillazioni di peso, eccessiva sensibilità al freddo, pallore, astenia, perdita dei capelli, svenimenti e scomparsa del ciclo mestruale. E ancora, comparsa di formazioni callose sulle nocche delle mani e deterioramento dei denti a causa del vomito frequente.

 

  • Sintomi comportamentali: rituali alimentari come tagliare il cibo in pezzetti molto piccoli, lento consumo dei pasti, rifiuto di prendere parte a situazioni conviviali e scomparsa di alimenti dalla dispensa. Attenzione anche a lettura delle etichette alimentari, calcolo delle calorie, intensa attività fisica, uso di integratori, eliminazione di alcuni alimenti, negazione della fame e uso di altra tipologia di abiti.

 

  • Emotivi: repentine variazioni di umore, scarso interesse nel tessere relazioni sociali, difficoltà nel rispettare gli impegni presi, eccessiva sensibilità verso i commenti inerenti forma fisica e cibo, estremo controllo su cosa si mangia e quanto se ne ingerisce, rigidità e poca autostima.

 

Come affrontare i disturbi alimentari nei giovani 

Desideriamo, per prima cosa, provare a tranquillizzare i genitori degli adolescenti che soffrono di disturbi alimentari. Da questi disordini si può guarire.

La prima cosa è certamente rivolgersi a un professionista che possa accompagnare la ragazza o il ragazzo in un percorso di cura fatto da:

  • instaurazione di nuove regole alimentari atte a favorire il recupero del peso e della forma fisica;
  • creazione di un rapporto salutare con il cibo.

Solo così, il paziente diventerà consapevole del disturbo di cui soffre e potrà lavorarci sopra fino alla guarigione.

E, nel frattempo, la famiglia come deve comportarsi? Sicuramente, sono da evitarsi frasi del tipo “allora le persone realmente grasse cosa dovrebbero fare?”, “tutti hanno dei problemi” e “pensa che c’è chi sta peggio di te”.

In questi casi, è invece più utile mettersi in ascolto sviluppando un dialogo aperto sull’importanza del raggiungimento di un benessere di tipo emotivo.

 

 

I disturbi alimentari sono un problema di salute pubblica molto delicato. Colpiscono prettamente individui di sesso femminile, ma non risparmiano neppure gli uomini. Tra le fasce di età più a rischio, figura certamente l’adolescenza anche se ci sono dati preoccupanti anche in età puberale.

In questi casi, è fondamentale rivolgersi agli specialisti e contattare un centro per disturbi alimentari dell’adolescenza. Per maggiori informazioni, consultare la pagina dell’Istituto Superiore di Sanità dove è riportato un censimento, in continuo aggiornamento, dei principali centri in Italia per la cura dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione.

 

 

 

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