Si stima che nel 2050 la popolazione over 65 sarà di 1,6 miliardi. È comprensibile che di fronte a tali numeri aumenti la preoccupazione riguardo le malattie croniche e l’impatto che queste possano avere sui costi sulla sanità. L’interesse, pertanto, verso questa categoria sta aumentando. Un aspetto sicuramente da non sottovalutare è la corretta alimentazione.

Durante il primo Congresso Nazionale della Società Italiana di Malnutrizione Clinica e Metabolismo (Sinuc) sono stati presentati i risultati dello studio Nourish (Nutrition effect on Unplanned ReadImmisions and Survival in Hospitalized Patients). Si tratta di una delle più vaste ricerche cliniche sulla nutrizione e sugli effetti della supplementazione nutrizionale orale negli over 65 malnutriti. In particolare, si è messo l’accento sulla evidenza che circa un anziano su 2 è malnutrito al momento del ricovero in ospedale. Abbastanza preoccupante è che molti di essi non si rendono conto di esserlo poiché hanno peso normale o addirittura sono in sovrappeso, ma presentano uno scarso tono muscolare o una bassa percentuale di massa magra. Una tale condizione nei pazienti con malattie come l’infarto o la polmonite, spesso aumenta la probabilità di complicanze, ricorso ospedaliero e persino morte.

I risultati dello studio pubblicato su Clinical Nutrition, dimostrano che la terapia con un supplemento nutrizionale orale è associata a una riduzione del 50% del tasso di mortalità nei 90 giorni successivi alla dimissione ospedaliera, in una popolazione di pazienti anziani malnutriti con malattia cardiaca o polmonare. Gli autori dello studio hanno, inoltre, stimato che l’assunzione di supplementi nutrizionali a fini medici speciali potrebbe salvare una vita ogni 21 pazienti.

Maurizio Muscaritoli, presidente Sinuc, ha affermato “La malnutrizione negli anziani è una condizione molto comune e arriva a interessare circa la metà delle persone over 65 al momento del ricovero in ospedale, un grave problema che ha un effetto a catena sulla salute e sul sistema sanitario. Spesso si sottovaluta l’importanza che la massa muscolare e la forza clinica hanno nell’ambito del recupero post-ricovero e della malattia stessa. Il supporto metabolico-nutrizionale adeguato ne rappresenta una componente fondamentale, e che pertanto non può essere ignorata”.

Nello studio sono stati arruolati 652 adulti malnutriti di età pari o superiore ai 65 anni, ricoverati in ospedale e affetti da malattie cardiovascolari e polmonari. Sono stati confrontati, rispetto al placebo, gli effetti di un supplemento nutrizionale orale ad alto contenuto proteico (20 grammi) e contenente HMB, un derivato dell’amminoacido leucina, che si trova naturalmente nelle cellule muscolari, e vitamina D. I risultati raccolti hanno fatto emergere che il tasso di mortalità era significativamente più basso (50%) in chi aveva ricevuto il supplemento nutrizionale, i tassi di riammissione in ospedale erano simili tra i due gruppi e, infine, che si erano verificati miglioramenti di altri esiti clinici come peso corporeo, stato nutrizionale e livelli di vitamina D tra i 30 e i 60 giorni dopo la dimissione dall’ospedale.

“Lo studio Nourish – spiega Francesco Landi, del Centro di Medicina dell’Invecchiamento dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – conferma chiaramente l’impatto della nutrizione clinica sulla salute. Per le persone malate e malnutrite coinvolte nello studio, la nutrizione clinica è stata fondamentale per la sopravvivenza, perché ha contribuito ad aiutare l’organismo, in particolare i muscoli, a funzionare correttamente. Questa è un’ulteriore conferma del fatto che dobbiamo cambiare i nostri standard e considerare la nutrizione clinica come parte integrante delle cure, proprio come i vaccini antinfluenzali o l’aspirina, per aiutare gli anziani che già soffrono o non a rischio di malnutrizione e malattia cronica.

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