I numeri parlano chiaro, l’incidenza dell’autismo tra i più piccoli è aumentata e i genitori sono sempre più spesso alla ricerca di informazioni in merito all’autismo e soprattutto a come riconoscerlo nei bambini.

Prima di entrare nei dettagli, facciamo un passo indietro e definiamo l’autismo come un disturbo che interessa la sfera del neurosviluppo con ripercussioni su linguaggio, comunicazione e socialità.

Ad oggi, le sue cause esatte sono sconosciute, ma la comunità scientifica è certa che siano coinvolti elementi genetici e neurobiologici e fattori di rischio ambientali.

Dunque, l’autismo sembra interessare chi ha precedenti in famiglia, chi è portatore di malattie genetiche come la Sindrome di Rett, chi soffre di disturbi dell’apprendimento e chi possiede neuroni anomali che non riescono a connettersi correttamente con le altre cellule nervose del cervello. Tra i fattori di rischio ambientali figurano invece parti prematuri, abuso di alcolici e farmaci in gravidanza, infezioni contratte dalla madre durante la gestazione ed età avanzata dei genitori.

Detto ciò, vediamo ora come riconoscere l’autismo nei bambini e cosa bisogna fare.

 

Autismo come riconoscerlo nei bambini: i sintomi

Diciamo, fin da subito, che l’autismo può esordire prima del secondo anno di vita con un ventaglio di sintomi ampiamente variabile per entità e gravità.

Tuttavia, ci sono delle manifestazioni comuni a cui prestare attenzione e tra queste:

  • ritardo nello sviluppo del linguaggio;
  • tendenza a ripetere parole o frasi;
  • assenza di espressioni del volto;
  • azioni ripetitive come dondolarsi o battere le mani;
  • elevata sensibilità alla luce o ai suoni forti;
  • scarsa socialità;
  • zero emotività;
  • tendenza all’isolamento;
  • improvvisi attacchi di aggressività;
  • scarsa coordinazione nei movimenti.

Tendenzialmente, questi sintomi evolvono nel tempo e spesso si assiste, per esempio, ad un diradamento dei comportamenti aggressivi e ritualistici. Parallelamente, posso però insorgere comorbilità e il bambino, divenuto adulto, può essere più incline a forme d’ansia, stati depressivi, disturbo ossessivo-compulsivo, alterazioni del ritmo sonno-veglia e disordini gastrointestinali.

Vediamo ora quali sono i principali sintomi dell’autismo in rapporto all’età del bambino.

 

I sintomi dell’autismo fino a 6 mesi

Ci sono segnali precoci di autismo già a 6 mesi e la loro individuazione è fondamentale per aiutare il bambino, attraverso terapie mirate, a sviluppare adeguate capacità comunicative.

Un campanello d’allarme che deve mettere i genitori in allerta è, per esempio, l’incapacità del bimbo di accompagnare la testa con il busto quando viene tirato su dalle braccia. Se la testa non si allinea con il busto e rimane indietro, potremmo difatti trovarci di fronte a un caso di autismo.

Tuttavia, questo ritardo nello sviluppo motorio non è sempre sintomo di autismo. Se, però, il problema non dovesse risolversi al compimento dei 9 mesi, è bene segnalarlo al proprio pediatra di fiducia.

Un altro elemento da non trascurare è l’assenza di sorriso sociale e di manifestazioni di gioia perché i bambini autistici tendono, generalmente, a non rispondere ai sorrisi che vengono loro fatti.

 

I sintomi dell’autismo fino a due anni

I segni dell’autismo nei bambini fino a 24 mesi possono includere:

  • difficoltà a parlare;
  • deambulazione sulle punte dei piedi;
  • difficoltà a seguire le istruzioni verbali;
  • impegno in attività ripetitive come l’allineamento di oggetti.

 

I sintomi dell’autismo fino a tre anni

Nei bambini fino a 36 mesi si possono, invece, osservare:

  • discorsi limitati;
  • scarsa comprensione delle istruzioni verbali;
  • scarso interesse per i giochi di fantasia;
  • poco interesse verso i coetanei;
  • predilezione per la routine;
  • attacchi di aggressività qualora venga proposto loro qualcosa di nuovo;
  • scarsa sensibilità nei confronti delle sensazioni caldo, freddo e dolore.

 

Autistici si nasce o si diventa?

Dopo aver compreso tutto quanto concerne autismo come riconoscerlo nei bambini, alcune persone possono domandarsi se autistici si nasce o si diventa. 

In linea generale, i primi sintomi dell’autismo possono comparire molto precocemente nei bambini. In alcuni, si osservano per esempio delle anomalie già intorno ai 12-18 mesi quando il bimbo non risponde se chiamato, fatica a parlare, difficilmente riesce ad indicare qualcosa con le manine, ecc…

Questi comportamenti si manifestano generalmente in modo improvviso, ma i segni dell’autismo si sviluppano probabilmente molto prima e ciò sembra trovare conferma in uno studio del 2014, pubblicato sul New England Journal of Medicine, dove si evidenzia come alcune delle anomalie cerebrali osservate nel cervello dei soggetti autistici sembrino risalire al periodo di vita fetale e, dunque, prima della nascita.

 

Ho paura che mio figlio sia autistico: cosa devo fare

Se nei sintomi sopra elencati ritrovi tuo figlio, contatta per prima cosa il pediatra. Oggi, l’autismo viene spesso diagnosticato intorno ai 6 anni quando il bimbo inizia la scuola e vengono a galla determinate difficoltà. Tuttavia, una diagnosi precoce può davvero fare la differenza perché si possono pianificare interventi terapeutici mirati.

Il pediatra prescriverà, dunque, una serie di accertamenti diagnostici nei quali sarà coinvolto un team multidisciplinare formato da psicologi, psichiatri, neurologi pediatrici e logopedisti.

Verranno, quindi, eseguiti test valutativi per stabilire il grado di sviluppo del linguaggio, del comportamento e delle capacità comunicative. Seguiranno valutazioni neuropsichiatriche, neurologiche e di medicina generale e potranno anche essere eseguiti esami genetici per stabilire la possibile natura di alcuni sintomi.

Dopo la formulazione di una diagnosi d’autismo, la domanda che tutti i genitori si pongono è: esiste una cura per l’autismo?

 

Come si cura l’autismo?

L’autismo non si cura, ma esistono farmaci che, se usati in modo appropriato e sotto stretto controllo medico, consentono di controllarne i sintomi.

A questi, si associano inoltre terapie di altro tipo fondate sul ricorso ad attività di psicomotricità, comunicazione facilitata e logopedia.

Nel complesso, si ricorre dunque a una terapia multimodale dove la psicologia incontra i farmaci specie quando si ravvisa una sintomatologia debilitante o la presenza di comorbilità.

 

 

Autismo come riconoscerlo nei bambini è una delle domande che molti genitori si pongono quando notano atteggiamenti anomali nei loro cuccioli. Tendenza all’isolamento, scarso interesse verso i propri coetanei, comportamenti routinari, scatti di aggressività e azioni ripetitive sono solo alcuni dei segnali di un possibile autismo.

Di fronte allo spettro di un disturbo del neurosviluppo, l’importante è non perdere la calma e rivolgersi al proprio pediatra ricordandosi sempre che una diagnosi precoce può davvero fare la differenza. Infine, vi suggeriamo di contattare l’Associazione Nazionale Genitori persone con Autismo dove potrete condividere esperienze e ricevere utili informazioni.

 

 

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