A cavallo tra la primavera e l’autunno, bisogna fare molta attenzione al morso di zecca perché questi animaletti sono particolarmente attivi in quel periodo dell’anno.
Il loro morso non è pericoloso di per sé, ma può diventare il veicolo di batteri e virus e la situazione può complicarsi.
Tuttavia, se veniamo morsi da una zecca, niente panico perché, nella maggior parte dei casi, tutto si risolve senza conseguenze.
Detto ciò, è buona cosa imparare a riconoscere i sintomi del morso di zecca nell’uomo e sapere cosa fare anche per evitarlo.
Punture di zecca come riconoscerle
Prima di calarci nel morso di zecca e relativi sintomi, diciamo cosa sono le zecche. Si tratta di parassiti ematofagi obbligati appartenenti alla famiglia degli aracnidi e, in quanto tali, si nutrono degli elementi presenti nel sangue di altri esseri viventi, uomo e animali domestici compresi.
Fatta questa premessa, diciamo che la zecca si può facilmente identificare perché la troviamo ancorata alla pelle che appare anche gonfia nel caso in cui l’animale avesse ingurgitato sangue. Ricordiamoci, inoltre, che le zecche prediligono la pelle sottile e dunque è più facile trovarle nelle pieghe delle ginocchia, a livello dell’inguine o dietro le orecchie.
Morso di zecca cosa fare?
Dopo aver individuato la zecca, dobbiamo rimuoverla il più velocemente possibile mantenendo la calma.
L’estrazione deve essere fatta con molta cautela e senza olio o solventi che possono irritare l’animale favorendo l’emissione di più saliva con conseguente maggiore rischio di deposito di batteri sulla ferita.
Attenzione, inoltre, a come si prende la zecca perché non bisogna schiacciarla. La si afferra quindi con pinzette disinfettate nel punto più vicino alla cute in modo da scongiurare la rottura dell’apparato boccale, si tira verso l’alto e si ruota leggermente.
In questa fase, è importante non prendere il parassita per il corpo perché potrebbe rigurgitare o spezzarsi.
Se dovesse rompersi, ci sarà un puntino nero al centro del morso da rimuovere con l’aiuto di un ago sterile.
Dopo aver rimosso l’animale, sarebbe meglio conservarlo in una soluzione alcolica al 70% in modo da potere eseguire, se necessario, analisi specifiche.
Fatto tutto ciò, disinfettiamo la pelle che apparirà certamente un po’ gonfia, arrossata e potrà anche prudere. Nei 30-40 giorni a seguire è, invece, indispensabile monitorare la situazione perché potrebbe potenzialmente insorgere un’infezione.
I campanelli d’allarme da non sottovalutare sono:
- cute arrossata nell’area circostante il morso;
- rash cutaneo;
- senso di malessere generalizzato associato a mal di testa, dolori muscolari e febbre.
Se si notano questi sintomi, è meglio contattare il medico perché la zecca potrebbe essere stata infetta e quindi è fondamentale iniziare una terapia mirata in tempi brevi.
Morso di zecca quando preoccuparsi
In linea generale, di fronte a un morso di zecca bisogna preoccuparsi quando:
- la testa dell’animale è rimasta conficcata nella pelle;
- non si riesce a rimuovere l’animale perché si trova in un punto del corpo difficilmente raggiungibile (esempio dietro la testa);
- l’area dove siamo stati morsi fatica a guarire;
- si sviluppa un’eritema migrante a bersaglio che continua ad espandersi;
- compaiono dolori articolari, febbre, stanchezza.
Diciamo che, nel complesso, il rischio maggiore che si corre dopo il morso di zecca è costituito dalla Borreliosi meglio nota come malattia di Lyme.
Nella malattia di Lyme, ci sono manifestazioni precoci e tardive come l’eritema migrante, i sintomi simil-influenzali e linfoadenopatie. A seguire si manifestano, invece, artrite, meningite, aritmie cardiache e polineurite.
Se diagnosticata in tempi brevi, la borreliosi ha una prognosi assolutamente positiva ed è sufficiente seguire la terapia antibiotica generalmente a base di Amoxicillina. In caso di allergia a questo principio attivo, si ricorre alla Penicillina o Eritromicina.
Nei casi più complessi, si può infine ricorrere ad antibiotici e corticosteroidi.
Se volete saperne di più su questa malattia, vi consigliamo di leggere quest’utile approfondimento dove ci sono anche alcune immagini relative all’eritema migrante in modo che possiate riconoscerlo.
Come prevenire il morso di zecca
Proteggersi dal morso di zecca è fondamentale per prevenire l’insorgenza di possibili complicanze. Per questo, bisogna adottare alcuni semplici accorgimenti specie durante le gite in mezzo alla natura.
8 cose da fare per proteggersi dalle zecche
- Scegliere attentamente l’abbigliamento privilegiando scarpe chiuse, maglie con maniche lunghe, pantaloni lunghi infilati dentro i calzettoni e cappello.
- Indossare abiti chiari perché permettono di vedere più facilmente le zecche.
- Spruzzare su abiti e pelle repellenti specifici.
- Non lasciare il centro del sentiero, non avventurarsi dove l’erba è alta e non sedersi su erba, muretti o sassi.
- Non appoggiare borse o zaini sul prato o comunque scuoterli sempre insieme a eventuali coperte.
- Spazzolare abiti e borse prima di entrare in casa per eliminare eventuali zecche.
- Trattare gli animali domestici con repellenti specifici e controllarli giornalmente.
- Dopo una passeggiata nel verde, ispezionare ogni parte del proprio corpo prestando particolare attenzione ad ascelle, ginocchia, inguine, collo e testa.
Durante la stagione primavera-autunno, bisogna stare attenti al morso di zecca perché questi animali possono essere il veicolo di malattie anche gravi.
Per fortuna, nella maggior parte dei casi non succede nulla, ma la guardia deve essere sempre alta.
Dunque, se veniamo morsi, rimuoviamo l’animale con attenzione e monitoriamo la situazione per una trentina di giorni ricordandoci che, dopo il morso di zecca, prurito, bruciore e gonfiore sono nella norma. Tuttavia, lo stesso non si può dire per sintomi come febbre e dolori simil-influenzali che possono, infatti, essere il campanello d’allarme di possibili infezioni. In questi casi, contattiamo quindi il medico perché molto probabilmente ci vorrà l’antibiotico per il morso di zecca.